Pubblicato in: 2009, Fantasy, MITI

La magia dei Gatti :)

indexTRAMA – In un mondo fantastico, una comunità di gatti è presa di mira da misteriose creature dagli artigli rossi, che uccidono e rapiscono anche alcuni abitanti. Un gatto, Fritti Acchiappacoda, si avventura nella foresta incantata per scoprire l’origine di queste aggressioni, accompagnato da altri tre gatti: il giovane Balzalesto, l’anziano Mangiapulci, e la coraggiosa Ombra di Tetto.
Il gruppetto, lungo il suo viaggio, incontra svariate creature, come mostri e spiritelli; attraversa la terra dei Primi Camminatori, e supera l’insidiosa Corte di Harar. I tre scoprono cosa si nasconde dietro gli attacchi cui è stata fatta oggetto la comunità, giungono nelle gallerie degli Zampe di Guardie, dove affronteranno le ultime avventure.

(ultima lettura 5 dicembre 2009)

AVVISO SPOILER (commento la morale del libro)
… dapprima gli fu sterminata la famiglia dall’Uo-mo, poi anche la sua bella Zampa-Felpata sparì dal mondo in cui era cresciuto, infine molte altre sparizioni lo portarono a decidere di partire per ritrovare Lei.
Acchiappacoda arrivò sino in cima al mondo e venne inghiottito nelle tenebre oscure della Madre Terra dove scoprì l’esistenza di Dei e Demoni, li affrontò e grazie agli amici vecchi e nuovi sopravvisse.
Poi Zampa di Fuoco, il Dio che lui aveva risvegliato e salvato gli indicò il punto dove avrebbe ritrovato Zampa-Felpata, il suo amore perduto e il viaggò ricominciò.
E alla fine la ritrovò. Sì, la ritrovò, la sua Zampa-Felpata, la Gatta con cui si sarebbe legato per la vita… ma… e c’è sempre un ma. Dopo tante stagioni il suo amore era cambiato, era pigra, addormentata e completamente dipendente dall’Uo-mo e lui era ormai un cacciatore, un gatto selvaggio. Zampa-Felpata lo aveva tradito?
No, forse no. A pochi è dato di sapere come andranno le cose e Acchiapacoda era maturato in breve tempo, grazie all’esperienze tragiche che aveva vissuto per ritrovarla. ma lei, lei in tutto questo tempo non aveva mai corso dei pericoli, Zampa-Felpata non era più la sua Fela e Acchiapacoda la lasciò alla sua vita, senza nemmeno essere ferito più di tanto. Fece la via a ritroso per ritrovare gli amici con cui aveva davvero vissuto e con cui aveva profondamente legato e così ritrovò anche lei… Ombra-di-Tetto… già… Ombra…
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Non ricordavo assolutamente nulla di questo libro, che lessi nella mia infanzia, ma ri-leggerlo è stato un qualcosa di speciale. E’ un libro degli anni ’80.

Pubblicato in: 2009, Fantasy, Gothic, Medievale

Uno squarcio di genio

www.inmondadori.itTRAMA – In un mondo che pare ormai destinato ad un nefasto futuro, un luogo che era fonte di vita e di salute diviene cagione di male e sofferenze atroci. Una strana compagnia, formata da un chierico, un mezz’orco e un cavaliere affronterà l’ignoto che sconvolge il piccolo borgo nel quale hanno trovato dimora. Abituati ad affrontare ogni sorta di pericolo non indietreggeranno nemmeno di fronte alla scoperta più incredibile. La fontana che aveva dato lustro alla località nei tempi passati è in realtà una porta verso il mondo degli inferi, transito prediletto per demoniache creature che razziano il villaggio rapendo anime innocenti da destinare ad orrendi sacrifici a beneficio di immondi esseri che palpitano nelle viscere di un infernale mondo dei morti, Dagobar, Assam e Krando affronteranno ciò che nessuno, né uomo, né orco, vorrebbe mai dover affrontare. Leggendo “la tomba dei mutilati” ci troveremo coinvolti nelle loro avventure, fra duelli con esseri sovrannaturali, prove di coraggio e lealtà e scoperte sensazionali, con un finale tutto da scoprire, per nulla scontato.

(libro letto il 14 dicembre 2009)

Fin dalle prime righe si assapora una piacevole sensazione di Gothic-Medieval, trovo gli ‘zoom’ narrativi piuttosto efficaci, ma la copertina non dice proprio niente, non ci azzecca nulla (per me).

Ci sono alcune parti, come per esempio a pag 18/19/20, in cui ho trovato singhiozzi e non riuscivo a stare concentrata sulla scena, dovendo fare qualche passo indietro, non so se è stato a causa mia o qualche malformazione del testo.

Ed altre parti, come a pagina 16, in cui il brusco cambio di scenario mi ha creato confusione.

Però devo ammettere che in altrettante parti la narrazione è così avvincente che verrebbe voglia di avere tra le mani un romanzo più ampio.

Il risultato può essere con un alto potenziale, ma con ancora un po’ di strada da fare. Ma non sono diplomata in commenteria e quindi questa mia opinione è da ritenere solo amatoriale.

Una questione che mi ha colpito favorevolmente è stato l’uso dell’argomento piani dimensionali, argomento in cui io credo profondamente. Trovarlo in questo racconto è stato un fulmine a ciel sereno e trovo che sia stato usato bene.

Una cosa è certa: la descrizione della tomba è il luogo più ripugnante e spaventoso che ho letto negli ultimi tempi ed anche se faceva davvero impressione devo fare i più vivi complimenti all’Autore perchè personaggi (buoni e cattivi) erano perfettamente amalgamati con lo scenario, dove amalgamato può davvero essere interpretato alla lettera… bleah… ripugnante!

Sempre riferiti a questo scenario finale, devo ammettere che mi sono esaltata nella descrizione delle battaglie, sembrava di giocare ad uno dei videogiochi più belli! Uso delle armi, emozioni e sentimenti sono ben integrati nella drammaticità di questo finale e penso che sarebbe stato eccezionale approfondire l’interpretazione dell’Autore sulla figura del Chierico.

Alla fine della fiera ritengo che sia un racconto questo, che sta bene così con se stesso.

ps – la parte alla pag 50 è di un bello da rimanere senza fiato!!

Pubblicato in: 2009, Fantasy, Inquisizione, MITI

Il male? Siamo noi!

il-viaggio-della-strega-bambina-celia-reesTRAMA – Una vecchia trapunta cela le pagine di un diario. Pagine che raccontano la storia di Mary, nipote di una strega. Quando la nonna viene condannata per stregoneria, Mary scappa per sfuggire allo stesso destino e si imbarca su una nave diretta in America, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove poter essere una persona diversa. Presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Ma Mary è decisa a non farsi calpestare, torturare e uccidere per un crimine immaginario come la stregoneria.

(libro letto il 31 ottobre 2009)

[possibilità di spoiler]

Già dall’inizio la storia ti prende e ti sbatte violentemente contro un muro, inchiodandoti. Queste primissime righe lasciano basiti, agghiaccianti e la storia comincia così, facendo la conoscenza di Mary, un’adolescente del 1600 (’59 per l’esattezza).

Una cosa che dovete sapere subito: non è una storia vera o meglio, le pagine nella trapunta sono un’ invenzione per rendere la storia una cronaca. Perché ve lo dico? Per evitarvi di passare dall’amarezza (della delusione che Mary non esiste) alla consapevolezza. Sarà anche vero che quella ragazzina non è mai stata reale, ma incarna centinaia di donne e giovani donne che hanno subito le stesse condanne: arse vive, impiccate, puntonate, affogate. Queste non sono fantasie, sono avvenimenti realmente accaduti. Mary Newbury ci racconta la sua vita, il suo dolore, le notti popolate da incubi.

Celia Rees scrive questo libro come fossero pagine di diario rimesse in ordine, Mary scrive in queste pagine consapevole del fatto che le parole sono potenti, consapevole del fatto che la sua vita deve essere messa per iscritto e soprattutto, a quindici anni, consapevole del fatto che lei non è il demonio.

1600, un secolo di evoluzione, di espansione. La traversata dall’Inghilterra per andare nelle Americhe (Massachusetts) raccontata con gli occhi di Mary è indescrivibile, bellissima! Mi ha fatto venire un magone terribile. Distese e distese di foreste, un mondo verde pieno di animali, di vita, di risorse, di cibo, per chi, come gli Indiani, sapevano procurarselo. Un mondo stupendo, ma anche spietato.

Noi ci alziamo oggi, premiamo un bottoncino e la casa dopo mezz’oretta si riscalda e noi possiamo sorseggiare il nostro caffè leggendo il giornale. Tra le righe di Mary possiamo osservare come gli inverni, specialmente quel primo inverno nella nuova terra, fosse stato spietato: confinati in casa, imprigionati dalla neve, ore ed ore a cercare di riscaldarsi perché alcuni alle finestre non avevano il vetro ma materiali di fortuna (il vetro costava troppo caro). E le malattie li devastavano, i geloni ai piedi alle mani, freddo, freddo, freddo…

Un resoconto di quel secolo scritto egregiamente, anche se parecchie volte, durante la lettura mi sono cascate le braccia: faccio sempre fatica a credere che la gente, la religione, accomunasse la Natura, gli Indiani e tutto ciò che non conoscevano al Demonio. Parecchie volte ho avuto al tentazione di entrare nel libro e schiaffeggiare codeste persone.

Tanto che volevo loro porre una domanda…
Ma se questo Dio è luce, benessere, sicurezza e vita. Perché ad ogni occasione bisogna allertare le genti con allarmismi sul Diavolo? Se la fede di un cristiano/a è così flebile, non è meglio condurre la propria vita secondo la personale formazione, cultura ed esperienza?
Non avete già fatto abbastanza danni decimando alberi sacri – che per’altro ci danno la vita – e lo avete fatto soltanto per allontanare a determinati tipi di culto per portare tutto verso un jesus christ superstar? Basta non voglio aggiungere altro. Basta.

Sono 99 annotazioni, la 100esima non è di Mary, ma di una persona abbastanza saggia da capire, e sapete che questo libro continua? Quello successivo s’intitola “Se fossi una Strega”

Alcuni dicono che questo libro sia noioso, io non lo penso. L’ho catalogato nei libri che mi hanno in qualche modo smosso dentro.

Se vi state chiedendo se ve lo consiglio la risposta è sì, meglio pensare che non è piaciuto (forse) piuttosto che chiedersi come sarà questa storia, no?

Le Streghe non esistono? O coloro che vengono definite così sono solo persone che hanno sviluppato le loro potenzialità. E sono potenzialità già insite dentro di noi. Non ce le ha impiantate Satana con qualche strano rito. E parlo sia di Streghe che di Stregoni.

Da leggere, da leggere, da leggere!

Pubblicato in: 2009, Humor

ehhh… sti uomini! :)

imageTRAMA – narra le peripezie di un moderno quarantenne. In un caleidoscopio di esilaranti situazioni il protagonista cerca la sua Donna Angelo. Lo accompagnano nell’avventura, il fedele Roger, un senegalese clandestino dalle enormi estremità che parla come Mami di Via col vento, e Acetone, un ex portinaio invadente che rinverdisce l’italica tradizione dei “compagni di merende”. Prima di trovare il vero Amore, Bridge John, come ama presentarsi Giovanni, incontrerà femmine di ogni tipo: dall’esuberante Signora dell’Anello alla minuta Belvetta, dall’enorme Ciccia all’anacronistica Gina.

(libro letto il 5 novembre 2009)

Allora… Già dall’inizio è più che chiaro il tipo di contenuti che troveremo all’interno di questo libro: le voglie e le disibinizioni di un uomo adulto e più che maturo, con tutto ciò che questo comporta. Questo però, con il pregio di trovarsi di fronte (narrativamente parlando) un uomo allegro, che prende tutto con estrema simpatia e buon umore. Tutto è uno scherzo, tutto è divertente, un gioco eterno, forse addirittura troppo a volte, tanto da non riuscire a capire determinate retro-scene.

Ma anche quest’uomo, Giovanni, è soggetto ai malumori e agli insuccessi che la vita riserva, l’Autore ci accompagna nei momenti belli e nei momenti tristi della vita di questo protagonista.

Un personaggio che, sebbene faccia un lavoro normale, in una vita normale, in un mondo normale, riesce a spiccare di originalità, piace insomma.

Il problema di questo libro è che (opinione personale) la prima parte è un po’ noiosa e va spumeggiando invece da metà libro a finire.
I commenti che traggo sono su una considerazione globale del lavoro, cercando anche di immaginare quello che l’Autore voleva lasciare ai suoi lettori.
Credo che mi sarebbe anche piaciuto leggere questo libro impostato come un diario. Con date, appunti e fac simili.
Una genialata invece è stata quella di scrivere le azioni del cellulare, viene ripetuta diverse volte e mi ha fatto molto sorridere!

In conclusione:
– prima parte noiosetta
– da metà libro in poi frizzantino
– il finale amaro ma lascia comunque il sorriso in bocca
Domanda da un milione di dollari: ma che origini ha il rito serale del lavandino?? ^____^

Pubblicato in: 2009, Dark

Terrore e Dolore

condannato_nonvitaTRAMA – Condannato ad una “non vita”. La battaglia interiore in un essere condannato a vivere nelle tenebre, ad obbedire ad impulsi violenti che vorrebbe poter ignorare. Il dolore di un uomo che non può più essere un uomo e la lacerante constatazione di non poter più tornare alla vita di prima…

(libro letto 17 novembre 2009)

Dopo la dichiarata delusione iniziale, riguardo alle dimensioni dell’opera, che non sono quelle standard di un libro, ho letto, ovviamente in un breve lasso di tempo, questo raccontino.

Inizialmente mi sembra di ritrovare usi e costumi di una persona qualunque, con problemi familiari e turbe interiori, tutti ne abbiamo, inutile nasconderlo, tutti abbiamo le nostre beghe! In una narrazione che io ho trovato piacevole e scorrevole scopriamo invece che questo protagonista non può essere classificato come persona normale, aleggia intorno a lui qualcosa di anormale, misterioso, occulto nel senso più greve del termine. Qualcosa di pauroso. Ma non si sa cos’è ed è inevitabile che la lettura si faccia quasi frenetica, il desiderio di sapere cresce, che avrà mai quest’uomo? Quale disgrazia lo affligge? Ha il malocchio addosso che tutti lo rifuggono? È un efferato assassino che la sua famiglia lo ha ripudiato? Oppure è un fantasma?!

Dubito che un lettore non si lasci coinvolgere, io stessa mi sono sentita sentimentalmente vicino a questo protagonista dal cuore spezzato. Con occhi affamati lo seguo nelle sue vicende, soffrendo con lui alla vista della donna che ama e ancora questo qualcosa di spaventoso che aleggia e s’impossessa di lui, fino al fatidico riflettore, dove ogni dubbio viene egregiamente soddisfatto, nei minimi particolari.

Ora so la verità!

Pubblicato in: 2009, Fantasy

Odore di Natura… e di Magia

un solo destinoTRAMA – Airen ed Anika, sorelle rimaste orfane di padre in tenera età e separate da bambine, crescono in mondi totalmente diversi: la prima come serva di Siderin, dispotico e spietato signore dei monti Atrùgeti, la seconda nella sua casa natale a contatto con una natura misteriosa ed incontaminata. Ma entrambe ben presto, a seguito della morte della madre, si ritroveranno ad affrontare lo stesso destino: continuare gli studi dei loro genitori, appassionati del lato mistico della natura.

(libro letto il 17 novembre 2009)

La lettura ha inzio e mi accorgo subito che ci sono delle belle idee e dei bei concetti, sia morali che psicologici. M’imbatto tuttavia in un errore (a parer mio): trovo fuori luogo l’impreparazione delle due sorelle nei pressi del luogo designato alla sepoltura, nei pressi della Quercia a pag. 40. Ma anche allora esistevano degli strumenti per scavare no? Mi è sembrato solo un modo per rendere ancora più tragico un momento già di per sé intenso, no? Così come non mi piace l’idea delle foglie come mezzo di comunicazione, sembra una roba forzata, su cui si è pensato troppo. Invece le Mistiche Creature mi piacciono moltissimo, hanno la giusta patina di mystes e riverenza, ottimo!

Altra cosa che mi ha dato ‘fastidio’ è stata la giustificazione dell’uscita da parte di Airen a pag.73. Non la trovo credibile, non dopo aver letto pagine e pagine precedenti in cui sembrava una prigioniera nella tenuta e che uscire per lei fosse proibitissimo. Invece una cosa che ho adorato è il meccanismo mentale narrato, così caratteristico con tutti quei sali/scendi. È stato realizzato benissimo e rispecchia proprio i costrutti della mente umana!

Inoltre ho apprezzato molti degli sviluppi narrativi dell’Autrice, più volte sono rimasta sorpresa da quel che succedeva, alcune volte era piuttosto buffo e poteva essere chiamata sfortuna, come la disavventura avuta da Airen quando, diretta con uno scopo ben preciso alla tenuta, ci è invece arrivata svenuta… Però in sostanza ho notato che all’Autrice piace imporre una determinata azione e poi farla frantumare dal caso, ecco, la sua interpretazione di caso mi è piaciuta tantissimo in questo libro.

Un accenno che mi ha fatto sorridere l’ho riscontrato a pagina. 56, quando Anika «ripose l’ampolla con la pozione color terriccio nella sua sacca intelaiata», mi viene subito in mente la famosa serie televisiva ‘Streghe’, ma è proseguendo la lettura che mi rendo conto di trovarmi di fronte un testo/denuncia sulle righe dell’inquisizione, per 500 anni la chiesa cattolica ha imposto la propria supremazia spirituale con la violenza, ed in questo testo vi leggo l’urlo di rabbia. Questa re-interprezione del caso, fatta in modo così fresco, mi ha mandato in brodo di giuggiole. Provo però rammarico nel fatto che il libro sia costellato di errori lessicali, grammaticali e di vario genere.

Pubblicato in: 2009, Eco-Thriller, Narrativa

Ali di metallo e notte oscura

TRAMA – La storia di un pilota d’aereo che si trova a combattere contro le forze della Natura e contro il tempo. Una storia d’avventura che tiene con il fiato sospeso il lettore fino all’ultima pagina.103892_copertina_frontcover_icon

(libro letto il 10 settembre 2009)

Ho letto questa storia con molta passione, inserendola subito in una delle mie categorie preferite: l’eco-thriller, ovvero quelle storie che ti ricordano quanto può rivelarsi potente Madre Natura.

Solitamente l’inizio di una storia può risultare noioso, ma in questo libro l’ho trovato piacevole e attraente;

È una storia molto, molto emozionante, che secondo me è un ottima base per la realizzazione di un film!

Le mie due uniche note negative sono:

– una di natura ‘tecnica’, ovvero il modo in cui sono state inserite le note (penso sia a causa del formato del libro), difatti a parte quelle proprio vitali alla comprensione della storia, le altre le ho lette tutte alla fine;

– una riguardo alla trama, cioè l’imprevisto che hanno avuto nell’isoletta, assolutamente fuori luogo per me. Se il discorso fosse stato spiegato e motivato in una qualsiasi maniera, che so, per esempio far saltar fuori una documentazione reale che attesta la veridicità di quella scena, allora non avrei avuto nulla da dire. Ma se anche fosse ‘vero’, descritto in quel modo sembra proprio un intervento alla deus ex machina.

Ad ogni modo è un libricino molto accattivante, anche se credo che poteva essere sviluppato maggiormente e dedicare qualche pagina in più allo spessore dei personaggi, perché sebbene loro, i personaggi, avevano quel tanto che bastava, mi è rimasto un po’ di amarognolo in bocca.

Pubblicato in: 2009, Dark, Fantasy

Della serie: non guardare sotto il letto di notte!

thumbnail.aspxTRAMA – Si chiudono gli occhi, i pensieri si distendono e come tentacoli si immergono nella notte, scura. E’ un momento fugace, ma intenso, mentre l’incubo si insinua, penetrante, laddove le paure sono racchiuse saldamente. Il terrore esplode e il fiato cresce, si innalza e gonfia i polmoni. Un momento dopo è grido nel buio.
Benvenuti nei miei sogni…

(libro letto il 30 settembre 2009)

L’introduzione di Davide Longoni mi piace molto, per come è impostata e per il suo tono di veridicità;

Il primo racconto, davvero molto breve è ben congeniato, ma il finale senza una spiegazione valida riguardo alla cattiveria del personaggio mi lascia incuriosita. Quasi come se l’autrice dichiarasse, fra le righe, che in quella circostanza avviene esattamente come da narrazione.

Con il secondo racconto ci si ambienta nella struttura del libro (racconti brevi), e inoltre c’è la dichiarazione che non ci troviamo di fronte un libro per bambini, lo evidenziano le scene crude ed esplicite. Sicuramente, e ci tengo a dirlo, ci troviamo di fronte ad un’autrice che ama giocare le sue carte, spingendo sull’unione trama/ambiente, noto una certa abilità nella descrizione narrativa!

Il 3 racconto lo trovo un po’ scontatino, forse perché mi sento piuttosto incline a “quel mondo”;

il 4 è niente male, sebbene non abbia provato che disgusto durante la colluttazione.

Indubbiamente ho trovato molta violenza, non sono molto abituata, ma si tratta pur sempre di horror e proseguo nella lettura…

Il 5 è agghiacciante, perfettamente nel mio stile ‘catastrofi mondiali”

Anche se ancora non ho provato i sentimenti di spavento ed orrore che mi aspetto sin dalle prime battute proseguo la mia lettura per scoprire il 6 racconto: mi auguro che i lettori di questo pezzo non attribuiscano il satanismo alla religione pagana, perché sebbene io sia atea, mi spiacerebbe comunque.

Al 7 racconto mi si drizzano le antenne, questo racconto mi ha risvegliato antichi ricordi d’infanzia, in cui, insieme ad un’amica, avevamo creato una pericolosissima ‘Dama Rossa’ delle spiagge ! XD

Il racconto 8 è abbastanza rabbrividoso, anche se avrei gradito qualcosa anche con la figura maschile;

Non leggevo questo genere da non so quanto tempo. Questo libro ha proprio una buona dinamica ed è ben articolato;

Il 9 è a dir poco allucinante! Da un accaduto casuale un simile risvolto.

Il 10 non l’ho molto capito. Nella prima parte erano madre e fratello? Nella seconda parte erano la sorella della madre col fratello della protagonista?

L’11 è geniale e scritto stra-bene. Il concetto e il messaggio in esso contenuti mi han fatto saltare di gioia!

Riguardo al 12 avrei preferito che l’essenza di Strega fosse legato alla purezza della Foresta, piuttosto che ai demoni e al male. La fine è triste, mi fa arrabbiare!

Il 13 lo trovo un piccolo intermezzo vampiresco;

14 //

E quando sembra che i racconti, a finire, siano tipo a cornice, semplici e brevi ecco che SVAMP! L’uscita di una nuova storia originale e tutta contemporanea!

La 16 è agghiacciante e impressionante, che è stato dato a quella specie?

Nella 17, bè certo che i commenti finali dell’uomo sono piuttosto indicativi, no?

Inquietatante ed elegante il pezzo in chiusura.

Ancora i complimenti a quest’Autrice per la sapienza con cui ha mescolato questi piccoli astri di paura, adesso cerchiamo anche altre eventuali opere!

Pubblicato in: 2009, Fantasy

Una storia sui Vampiri senza Twilight!

P.Boni___Black_Angel_1TRAMA – Paola aveva sempre sentito di essere diversa. A dargliene la conferma sarà Lucas, affascinante e potente Lord della comunità di vampiri da secoli stabilitasi nella città di Roma. Spaventata da quell’essere che promette di svelarle l’oscuro segreto nascosto dentro di lei, segreto che potrebbe mettere in pericolo la sua stessa vita, Paola tenterà di opporsi con decisione a ogni suo tentativo di seduzione. Ma quando dal passato di Lucas emergerà un antico rivale, nel mezzo di una guerra per la supremazia capirà che a volte l’unica strada possibile da percorre è quella del sangue…

(libro letto il 18 ottobre 2009)

Un buon principio, con una storta di naso per aver visto che il nome della protagonista è lo stesso dell’Autrice, scelta che mi lascia perplessa e contrariata. Ma torniamo al principio del romanzo che trovo alquanto intrigante sebbene venga lampante la domanda su quanto possa essere facile compiere l’atto di ‘far rotolare una testa’. Vorrei precisare che non mi riferisco alla parte morale, ma proprio a quella ‘tecnica’.

Sfortunatamente il successo della Meyer, oltre che aver ridato i riflettori alle storie sui Vampiri, ha fatto sì che, di fronte a questo tema, scatti inevitabile il confronto. Bene. Per conto mio la prova è stata superata, perchè ho letto questa storia distaccandomi dalla saga di Twilight e ne sono davvero felice.

Il personaggio maschile era ‘il personaggio’ per eccellenza, sebbene confesso, alcune volte ho riscontrato nei suoi dialoghi parole un po’ arzigogolate, ma solo poche volte.

Non c’è stata terminologia alla Meyer, nè scenari simili, una trama affascinante che è riuscita ad inserirsi in maniera omogenea in una Roma odierna.

Legandomi hai dialoghi ho trovato molto spontanei e colorati (e quindi convincenti) quelli della protagonista femminile, mentre lei, come persona, non mi ha convinto completamente. Troppo azzardata, troppo avventata, certe scene non mi hanno convinto a pieno. Mi baso sulla vita di tutti i giorni. Paola non è una guerriera Fantasy, ma un personaggio odierno reale che viene lanciato in un mondo immaginario a lei ignoto. Trovo quindi azzardati certi suoi atteggiamenti così sfacciati. Ma questa è solo un opinione personale;

Quel che mi è piaciuto moltissimo è l’intro del personaggio femminile già formato, per poi fare uno stop e raccontare la storia di com’è successo il tutto, così come il suo finale ‘a sorpresa’ che lascia al lettore tante domande, curiosità e un sorriso compiaciuto sul volto. Una pecca enorme secondo me, si trova nell’aver tenuto all’oscuro le sorti di un personaggio!! Le cose son due:

1) L’Autrice se n’è dimenticata; 2) Ci sarà un seguito del libro; chissà, vedremo…

Per ultimo vorrei dire che non trovo idoneo inserire questo libro nella categoria ‘horror’.

Pubblicato in: 2009, Classici

Quando il ‘Classico’ sorprende

ISBN884524746_1TRAMA – Protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto – il processo e la condanna a morte – senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Come Sisifo, Meursault è un eroe “assurdo”: la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e dì sentire.

(libro letto il 25 ottobre 2009)

Ho iniziato a leggere questo libricino controvoglia, rincuorata solamente dal fatto che avesse poche pagine. Non lo sentivo affatto affine con me, con il mio solito genere ‘fantasy’.

Dapprima ho constatato in modo approssimativo che poteva essere paragonato ad un Diario. Andando avanti mi sono accorta che la lettura era diventata piacevole, continuando mi sono proprio attaccata e l’entusiasmo si è acceso.

L’ho finito col batticuore e ritengo che sia stata una gran lettura.

Ricordo la prima associazione di pensieri che mi ha indotto ad andare avanti: la morte della madre del protagonista, inevitabilmente ho ripensato alla mia, di mamma, che non c’è più;

non sono pratica di ‘classici’, ma ritengo che questo sia uno di quei libri da tenere nella propria libreria.

La cosa che mi ha colpito maggiormente (e credo che abbia colpito un po’ tutti) è il modo di affrontare la vita del protagonista: completamente pacifico, tranquillo, quasi indifferente, anche se non è proprio il termine esatto.

Un miscuglio di impassibilità e indifferenza? Si potrebbe definire così? La sua visione del mondo era assurda, messa di fronte ai costumi sociali poi…

Più volte, durante la lettura, mi sono chiesta quando avrebbe provato paura, per esempio, e forse, l’essere accontentata su questo, sulle scene finali, non mi ha poi dato molta soddisfazione. Ho provato invece tanta amarezza, tanto fastidio, questa società che ci ingabbia e ci obbliga a fare e credere a quello che tutti fanno e credono. Mbhà, finirà prima o poi?

Questo libro comunque è stato un viaggio ricco di sfumature, uno di quei libri che rileggerli torna utile. Introspezione, riflessione, la fanno da padrone per un protagonista che, sebbene sia assurdo, ci rispecchia molto, credo.

Infine, da ignorante, vorrei proporre un quesito: il titolo ‘Lo Straniero’ è una metafora atta a descrivere una persona al di fuori della società?