Callum Hunt ha tredici anni, frequenta il secondo anno del Magisterium e dovrebbe essere morto. Perché prima di essere uccisa, sua madre ha lasciato una scritta incisa nel ghiaccio: UCCIDETE IL BAMBINO.
Ma questo non è il peggiore dei suoi segreti. Callum sa di avere dentro di sé l’anima del Nemico, che si è impadronito di lui dopo il Massacro Gelido. E sospetta che suo padre voglia rubare l’Alkahest, il guanto di rame, unico oggetto magico in grado di salvare il mondo dalla malvagità assoluta.
Quando decide di partire in cerca del padre, però, scopre di non essere solo. Con lui ci sono i suoi migliori amici: Aaron, timido e generoso, che ha appena scoperto di essere il Makar e possiede la potente magia del vuoto, Tamara, intelligente e piena di risorse, e Subbuglio, il giovane lupo del caos che non lo abbandona mai.
Il primo volume mi ha molto entusiasmato, per questo ho deciso che, in un modo o nell’altro, li leggerò tutti e cinque.
In questo secondo volume, oltre che l’avventura, la suspence, le varie aspettative che il lettore ha, vi è anche quella gradazione evolutiva che io adoro tantissimo: la crescita personale di ogni individuo; l’esperienza che ti insegna; gli errori che cambiano la tua rotta; e le prime palpitazioni di quella cosa sconosciuta che si chiama amore (o attrazione). Tutto ovviamente, senza esagerazione, visto che siamo solo al secondo volume.
In tutto questo ci dobbiamo mettere anche lui, Callum, il ragazzino ribelle che stava dalla parte di suo padre perché il Magisterium è roba cattiva, il Callum che deve capire chi è in un mondo interiore, che è già tremendamente incasinato: il preludio dell’adolescenza. Tanto di cappello a questo piccolo individuo per la forza che deve trovare a reggere tutto quello che lo ha travolto.
L’evoluzione stessa della storia ha gettato su di me il tarlo della confusione, per come è andata la storia mi chiedo davvero cosa succederà nei 3 futuri volumi rimanenti, perché io non ci credo proprio che sarà tutto così rose e fiori.
Ci vediamo al prossimo volume 🙂