Pubblicato in: 2016, Kindle - letture digitali., Storico, Trilogia

Un’intricata caccia al tesoro


51IdI1jJbmL._SX350_BO1,204,203,200_1670. In un clima di scontri per la colonizzazione del Nuovo Mondo e per la supremazia commerciale, un giovane irlandese di nome Sidvester O’Neill parte per il Mar dei Caraibi con destinazione l’isola di Puerto Dorado. Lo scopo è quello di ritrovare il fratello Alexander, partito anni prima, per riportarlo a casa. Ma il viaggio avrà risvolti inaspettati. Nelle oscurità della giungla della piccola isola vi è nascosto un segreto a cui le principali potenze europee (Francia, Inghilterra ed Olanda) ambiscono. Intrighi, inganni e complotti farciscono le giornate di Puerto Dorado, in una lotta al potere fra i più astuti capitani presenti sull’isola. IL tutto sotto l’occhio vigile di una nave pirata ancorata all’orizzonte, di fronte a quella piccola terra di tutti e di nessuno.

Intricato. Ecco un chiaro aggettivo che mi si affaccia prepotente alla mente, dopo la lettura di questa sorta di “giallo” seicentesco. Ben affrescato nei suoi svariati scenari, nei quali si muovono realisticamente i numerosi personaggi, ognuno dei quali è ben caratterizzato negli atteggiamenti e nei costumi di quest’epoca avventurosa.
Esistenze quasi banali che, dalla Vecchia Europa, vanno a convergere su un piccolo isolotto dei Caraibi, all’apparenza tanto insignificante, quanto ambito e geloso custode di un inafferrabile segreto oggetto, il cui presunto potere fa gola ad alcuni “signorotti” locali rappresentanti le principali potenze marinare dell’epoca: inglesi, francesi, olandesi e perfino temibili esponenti della Filibusta. Fragili equilibri di potere che ruotano, in una mortale partita a scacchi, attorno a un luogo preciso celato nelle profondità della giungla tropicale, le cui mortali insidie hanno già mietuto un elevato numero di uomini, spinti dalla sete di potere di altri uomini senza scrupoli, che non hanno la minima remora nell’utilizzare anche la tortura, pur di estorcere per primi le informazioni di cui necessitano per questa misteriosa caccia al “tesoro-dei-tesori”.
Nel complesso un buon romanzo che si fa ben leggere, ricco di pathos e di suspence nei giusti punti, che mi ha riportato indietro di molte decadi, ai tempi delle mie prime avventure salgariane, e con un finale così aperto e “sospeso” da sembrare la carta della 12ma Lama Maggiore dei Tarocchi, l’Appeso.

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Considerato che l'atto del leggere è, in sostanza, un afflusso di pensieri di altri autori, che dalla carta, oltre che da altri mezzi, giungono attraverso gli occhi alla nostra mente, influenzando i nostri pensieri e stimolandone di nuovi, per cui leggere equivale a pensare, per parafrasare Cartesio "Leggo dunque Sono". Una parte di me "esiste" nella trama dei vari libri che leggo, in ogni scenario che si sviluppa come un film nella mia mente. Ogni volta che leggo un libro, io sono al cinema e se la lettura è appassionante, il distaccarmi da esso è una violenza su me stesso. Leggere per me è importante, come mangiare o respirare, oltre che viaggiare "senza mai muoversi".

7 pensieri riguardo “Un’intricata caccia al tesoro

  1. La bandiera rossa Jolly Roger (dal francese, jolie rouge) venne issata sulle navi corsare inglesi a partire da circa il 1690, dunque una ventina di anni dopo gli accadimenti del libro. Si sa, sono un lento bradipo, così non ne capisco il titolo, anche se lo leggerò: mi piacciono i libri di avventure e mistero 😀
    Ciao
    Sid

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  2. Buona sera. Preciso che il 1697 è una data di riferimento in merito alla prima Jolly Roger rinvenuta, ma non si può stabilire di preciso quando si iniziò ad adoperarla. Quello che possiamo sapere e ipotizzare è che nella seconda metà del XVII secolo era già usata dai pirati seppur con forme bizzarre e personalizzate.

    G.D.

    Ps. Grazie ancora per la bella recensione.

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    1. Buongiorno Gabriele!
      A dire il vero, leggendo il titolo mi è subito venuto in mente lo Strike Fighter Squadron 103 (VFA-103) e i loro due aerei miei preferiti, il Boeing F/A-18E Super Hornet e il Vought F4U Corsair. Poi ho letto la data, 1670, e non ho più capito il titolo. Ma è colpa della mia mente da lento bradipo! Scusa!
      Buona Pasqua 😀
      Ciao
      Sid

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      1. Figurati Sid 🙂
        Comunque il Jolly Roger ha avuto una lenta evoluzione.
        Erano normali bandiere atte a indurre alla resa e quindi puoi capire che bastava mettere un teschio, una spada o un cuore sanguinante per raggiungere lo scopo. Nel 1670 solcavano i mari pirati come l’Olonese e diversi altri che ostentavano dei tipi di bandiera molto personalizzate che possono definirsi Jolly Roger, tenendo anche da conto che l’origine stessa di questo nome non è solo collegata alla Jolie Rouge (si farà riferimento a questo termine nel secondo volume), ma anche ad altre ipotesi come il nome di un pirata mussulmano o perfino il “Vecchio Roger”, ossia il Diavolo.

        Ad ogni modo ho usato questo nome per la saga così da poter rendere l’idea del periodo storico di cui si fa menzione e degli elementi caratteristici del romanzo 🙂

        Grazie ancora per il tuo commento. Spero tu possa aver modo di leggerlo. Fammi poi sapere come l’hai trovato, in caso. 🙂

        Gabriele

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