Pubblicato in: 2014, Fantasy, Sociale, Trilogia

La forma più perversa del Potere. (vol.1)


Hunger-Games-Classic-2TRAMA – Quando Katniss urla “Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!” sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell’estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell’Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l’audience.
Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c’è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c’è spazio per l’amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

Avrei letto questo libro prima o poi, perchè non volevo vedere il film senza averlo fatto. Una mia cara amica ha accelerato i tempi e, sebbene la mia opinione iniziale fosse di menefreghismo, (non mi è mai interessato il concetto “caccia all’uomo”) ben presto mi sono sentita trascinare nella storia, superando anche il modus operandi della ‘prima persona’!
Francamente sono davvero sconvolta e quando rilfettevo su cosa e come avrei scritto su questo primo volume avevo già capito che non sarebbe stato facile esprimerlo e scriverlo. e soprattutto che, a differenza di altri libri, non sarei riuscita ad essere sintetica, marchio che voglio mi contraddistingua.

Allora vediamo, abbiamo lo stato di Panem e, come da Wikipedia:
-Panem è lo stato che sorge al posto dell’odierna America del Nord in seguito ad imprecisati fenomeni naturali (presumibilmente di tono apocalittico) che ne hanno ridotto e modificato l’aspetto. Il nome deriva dalla frase latina Panem et circenses, letteralmente “Pane e spettacoli”, a sottolineare l’importanza che hanno gli Hunger Games per la nazione.-
In questo Stato esistono 12 distretti,  ognuno specializzato in qualche particolare arte (industria, agricoltura ecc), nel Distretto 12, dove vive la protagonista, si pratica attività mineraria. Qua è la ci sono i ‘pacificatori’ che non rispecchiano proprio il loro nome, sono quelli che tengono la gente ammansita, sotto controllo, quelli che uccidono la speranza. La gente è controllata, ogni Distretto è chiuso ed elettrificato, uscire è illegale, avere contatti con altri distretti è illegale.. Insomma una specie di inferno apocalittico..
Si suppone che nessun distretto possa godere del proprio lavoro, tranne che gli scarti, e che siano quasi tutti alla fame e perchè questo? Perchè tutti i beni vengono trasportati a Capitol City, appunto la capitale. L’opposto dei distretti, niente fame, ma solo lusso e noia, oh, dimenticavo…
In seguito ad una rivolta di quasi cent’anni prima, i potenti, per preservare il loro potere (trasfomandolo in una ‘punizione divina’ per i peccatori) ha creato una cosa che si chiama ‘Hunger Games’, trattasi di un reality show.
A chi non piacciono i reality show, andiamo, no?
Bene.
Nel romanzo ci apprestiamo ad affrontare la 74°esima edizione (buffo, io sono del ’74).
Chi ama fantasticare si farà le proprie opinioni su come l’idea iniziale si sia evoluta nel corso degli anni, migliorando (o peggiorando a seconda de casi) il “”gioco””.
Tra festoni e mega schermi, in ogni distretto, ogni anno avviene la ‘mietitura’: vengono sorteggiati 1 ragazzo ed 1 ragazza, tra i 12 e i 18 anni (mi sembra di ricordare), tutti e 24 subiscono un’impennata di prestigio ritrovandosi cibo, bei vestiti, manager, sarti personali. Cibo a iosa. E tutti riversano a Capitol City, vanno davanti agli schermi, hanno allenatori personali, enormi suite per loro, sino al grande giorno in cui accedono ad un arena. Attendono 60 secondi in cui possono velocemente elaborare una strategia e poi che succede?
Scattano tutti e lì, in quel momento c’è uno dei momenti più acclamati dello show: il primo bagno di sangue. Sì, perchè 24 ragazzi devono massacrarsi l’un l’altro finchè uno solo sopravvive e diventa oro per il proprio Distretto.
Non sono uomini e donne adulti, ci sono anche ragazzini di 12 anni…
Non è una guerra, dove combatti per la patria.
Non è nemmeno come ai tempi dei Gladiatori, che già era straziante di per sè.
Questi Hunger Games sono la forma più perversa di potere, dove i genitori non possono trattenere i loro figli sorteggiati, forse sarebbe più soddisfacente lottare per non farseli strappare via dalle braccia, e poi disperarsi perchè non ce l’hai fatta… E invece li doni e devi gioire e quelli non saranno più i tuoi figli, si chiameranno tributi, dimenticate i loro nomi, saranno solo tributi.
E per una come me, una che non è mai stata fan degli esseri umani (sebbene io stessa lo sia), scoprire di avere dei sentimenti per loro è assai ironico…
Tutti, tutti quanti a Panem guardano gli Hunger Games, tutti! Anche madri, padri, sorelle e fratelli. Tutti gli abitanti di ogni Distretto sono incollati ai vari monitor disponibili, perchè è l’unico modo per vedere se la loro progenie sopravviverà. Tutti gli abitanti dei Distretti sanno che le speranze sono al lumicino perchè uno solo sarà il sopravvissuto, eppure guardano, aggrappati fino al sangue a quella piccola, debole lucina chiamata speranza. E la maggiorparte di loro li vedrà morire in svariati modi possibili. Ragazzi e Ragazze.
E poi fra quei ‘tutti’ ci sono la mandria pasciuta della città ricca che esulta, chiede sangue, scommette. la città dove non avviene la mietitura.
Poi ci sono anche gli strateghi, che manovrano la supertecnologica Arena di turno, provvista di ogni ‘godibile’ giocattolo perverso.

Spregevole, orrorifico, antieducativo, disgustoso ecc ecc
ma io ed altre migliaia di persone hanno letto in un sol fiato questo volume. E’ questa la mia domanda esistenziale: perchè? Perchè è così coinvolgente? Che razza di bestia contorta e perversa è l’essere umano?

Spero che qualcuno mi capisca e provi a rispondermi e, riflettendo mi rendo conto che non ho detto un granchè sul libro, è implicito che divorerò anche gli altri due, ma con parecchio senso di colpa!
Vi saluto e vi chiedo scusa per eventuali errori di battitura, è stato uno scritto faticoso….

Autore:

Anno '74, secondo il "personology" è l'anno dell'avventura fantasmagorica. Sono una lettrice accanita, special modo da quando posseggo il Kindle, sono anche una frequentatrice assidua dell'immenso bar di Internet. Sono pigra a ciabattara ma fortunatamente longilinea (anzi, vorrei ingrassare), non ho figli ma ho un fidanzato bambino ed un coniglio puffoso per peluche (che ovviamente tratto nel massimo rispetto) Amo fare shopping, ma solo nelle librerie, adoro andare a mangiare fuori. Amo il caldo anche se da quando vivo qui in Sicilia sta diventando troppo.. caldo e che altro dire? Scopritemi attraverso le mie recensioni, no?

12 pensieri riguardo “La forma più perversa del Potere. (vol.1)

  1. Credo cara Sonia, che si tratti proprio del fascino perverso che si scatena nell’essere umano quando sta davanti ad uno schermo: tutto diventa “virtuale”. La realtà si tramuta in “game” e tutto fa meno orrore, ribrezzo o paura.. Diventa come un videogioco e quindi l’impatto emotivo si azzera e rimane solo quello adrenalitico del gioco. Immagino sia per quello che vedere certe scene per tv al telegiornale all’ora di cena, non fa più effetto a nessuno. Le immagini viste con il “filtro” di uno schermo, diventano solo “immagini” e perdono il legame con la realtà. L’abitudine e l’assuefazione fanno il resto. La tv manda in onda i morti di un attentato in qualche parte del mondo mentre il giornalista di turno tenta di scuotere le coscienze con frasi sempre più sensazionalistiche, mentre la gente continua a masticare come mucche al pascolo, attendendo solo il momento dell’alleggerimento e le notizie sportive.
    E’ per questo che io non possiedo la televisione. Preferisco un buon libro e informarmi in maniera alternativa e varia, per farmi un’idea davvero mia.
    Questo libro all’inizio doveva essere un libro autoconclusivo, ma si è trasformato in saga quando ha avuto tutto questo successo, in effetti dal finale del primo libro si capisce che avrebbe potuto concludersi anche così…
    Hunger Games è una metafora che tocca molti aspetti del nostro tempo:
    I reality riescono ad avere così tanto successo anche quando sono pericolosi o un po’ schifosetti;
    La tv sia diventata un degno sostituto del “panem et circenses” del periodo Romano; Un certo tipo di pubblico crede a TUTTO quello che vede in tv (a Capitol City nessuno si pone domande su nulla di ciò che accade al di fuori del proprio mondo privilegiato); Al mondo esitono pochi privilegiati e moltissimi che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.
    Comunque sia, a me la saga è piaciuta per tutti i risvolti sui quali ti fa riflettere senza suggerteli apertamente.
    Devo aver scritto un sacco di sciocchezze, ho buttato giù le idee di getto, spero mi scuserai… Baci ;))))))))

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  2. Quoto ogni parola di Cat. Paradossalmente questo genere di oppressione da parte di una sparuta oligarchia che tiranneggia una vasta popolazione, oltre a rispecchiare la nostra realtà nei suoi aspetti più oscuri, è una forma brutale di scuotimento delle coscienze per il Risveglio e Riscatto degli Oppressi verso la Rivoluzione Finale. Uno scenario molto simile l’ho trovato in “The Dosadi Experiment”, “Gli occhi di Heisenberg”, lo stesso “Imperatore-dio di Dune” (tutte opere di Frank Herbert), dove un’umanità oppressa da mille angherie trova alla fine la Forza di RIBELLARSI al potere costituito. —– (JIHAD!!!) XD

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  3. ho visto il film. e mi sono innamorata. l’ho visto almeno 3 volte. sono corsa al cinema a vedere anche il secondo, appena uscito nelle sale. mi è capitato per sbaglio tra le mani il libro, purtroppo, è uno di quei libri in tutto e per tutto identici al film e mi sono subito infastidita: quale fantasia!! ma non avevo niente altro da leggere e sono andata avanti. la verità, è che la storia è coinvolgente. che è come una fiaba per bambini ambientata in qualcosa che potrebbe essere il nostro diretto futuro. per quel chemi riguarda, l’ho letto perchè credo che possa essere uno dei nostri possibili futuri (ti basta guardare uomini e donne…..) e sono sempre curiosa di sapere come gli altri immaginano gli anni che non potremo vedere (a meno di scoprire la ricetta per l’immortalità).
    sinceramente, non lo trovo antieducativo: anzi. proprio il contrario! non ti rendi conto che lo stanno già facendo? ubriacarci di televisione? impedirci di uscire con gli amici pechè c0è uomini e donne da guardare, perchè trasmettono la serie tv e devo sapere come va a finire, perchè ho comprato l’abbonamento e ora lo devo sfruttare…..? non ti rendi conto che ci stanno GIA’ plasmando, che facciamo già tutto quello che ci dicono in televisione? senza nessuno che si ribelli? donne in perizoma alle 4 del pomeriggio o truccatissime a urlare litigandosi un uomo come unico modello di comportamento femminile da lasciare in pasto ai nostri figli? non ti rendi conto che nella casa media dell’italiano medio la televisione è SEMPRE ACCESA? e che noi ci mettiamo davanti alla tv persino per fare palestra (vedi videogiochi di zumba)? e che nelle pubblicità ci invitano a visitare la pagina facebook della serie tv? questo libro non è antieducativo. è l’esatto opposto. ci mostra cosa siamo già e cosa diventeremo presto. non stiamo già lavorando come schiavi perchè pochi si arricchiscano e vadano in giro con vestiti che costano quanto le nostre case e sul culo con macchine che valgono quanto la nostra intera vita lavorativa?? a me sembra REALISTICO.

    ma poi mi accorgo che forse non serve. tutto questo non serve al cinema, a guardare il secondo episodio, c’era un gruppetto di adolescenti seduti dietro di me. hanno passato TUTTO IL FILM con il naso piantato sui cellulari, ridendo e parlando ad alta voce come se fossero nel salotto della propria casa. forse, sai, hai ragione, non è educativo. ormai li abbiamo proprio PERSi.

    PS. se a qualcuno interessa la saga dei reality show come caccia all’uomo e il potere della televisione nell’imbambolare ed impoverire le persone, consiglio IL FUGGITIVO. di Stephen King. da brivido.

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    1. Ciao Shining, che bel commento grazie!!
      Libri e film sono similissimi perchè la stessa Autrice ha realizzato la sceneggiatura (doppiamente brava perchè come tu sai non è una passeggiata).
      Per il resto come darti torto?

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