Pubblicato in: 2015, Kindle - letture digitali., Narrativa, Sociale

Una promessa effimera.


91zbzoZLkvL._SL1500_“Nella mia prigione sento il ticchettare umido di un acquazzone, l’alito gelido del vento roborante tra le frasche e le mura del castello, lo scalpiccio delle guardie che si danno il cambio e lo scricchiolio delle assi di legno sotto il mio peso. Il mio mondo – ormai da mesi – si riduce a questo: a suoni e rumori, sensazioni, odori e null’altro.
Stesa sul pavimento, allungo le mani verso il vuoto, saggiando l’umidità dell’aria con i polpastrelli. Vorrei poter uscire di qui, cercare di capire a che punto Lui sia arrivato, poter soppesare il danno che ha arrecato al mio Regno.
E vorrei poter essere libera… ancora una volta.”

Questo non è un Fantasy, ma un narrativa fantasizzato.
Charillyon è una promessa non mantenuta, dove per promessa intendo una corposa storia Fantasy con il suo più o meno lieto fine. Charillyon non lo è.

Ci troviamo invece di fronte ad un romanzo (breve) impregnato di simbologia, intriso di sofferenza e dolore, che rasenta la follia.
Una storia dedicata alla Donna, intesa come potenza e resistenza, sebbene il nostro corpo sia più fragile e delicato, noi riusciamo a sopportare una soglia del dolore che gli uomini forse non possono nemmeno immaginare.
C’è anche da sottolineare una questione che mi sta molto a cuore per farvi capire che non è che non mi sia piaciuto questo libro, anche se tutt’ora non riesco bene a definire quali sentimenti io provi.
L’Autrice ha usato un’esca che solo in pochi sanno usare in maniera così proficua, un’Autrice che l’ha usata magistralmente è Jacqueline Carey.
Talvolta il lieto fine deve passare attraverso un tunnel di indicibili sofferenze, è quello che succede alla Principessa di questo libro, Armònia. Le vicende iniziali infatti ci sbattono in una cella angusta, fetida, e scena dopo scena ci rendiamo conto che esiste anche in questo storia un cattivo tremendo, che si chiama (guarda un po’) Grave.
Lo stato della Principessa, come apprendiamo leggendo, è già precario, sia a livello fisico che a livello mentale, ma sebbene Armònia sia sull’orlo della follia, sa per certo che mai accetterà i ricatti di quello che era diventato a tutti gli effetti un mostro. Fortunatamente l’eroe di turno, con un abile colpo di scacchi, riesce a salvare la Principessa e quando si pensa che finalmente arriva qualcosa di bello, può mettersi l’animo in pace perché la storia continua piena di terrore e oscurità per un bel pezzo, perché un lieto fine c’è anche qui, ve lo dico subito per non spaventarvi ulteriormente. Ma non è un bel finale di quelli che ti lasciano il cuore pieno di gioia, scordatevelo!
L’autrice, nei ringraziamenti, ci spiega com’è nata la sua idea per questo romanzo breve e apprendiamo che si trovava in vacanza, felicissima e serena, ed è qui che, turbata, mi chiedo come sia potuto uscire un vissuto colmo di tormenti, dove le cose brutte, orribili, non succedono solo a chi sta intorno al protagonista, ma anche al protagonista stesso e vi posso garantire che ne sono uscita davvero sconvolta, ancora ora ho in mente quelle brutture e mi sento male sino al midollo e non capisco come non sia completamente uscita di senno, questa Principessa. Così mi sono detta: sarà un’elogio alla Donna secondo il punto di vista dell’autrice, e ,se ci penso bene, ci sta.
Charillyon è un racconto amaro come la vita, dove le cose brutte sono orribili come nella vita e dove alla fine bisogna essere davvero forti d’animo per ricostruire e convivere con quello che hai subito.
La conferma credo proprio che sia in quell’ultimo simbolo finale, che apprenderete se volete leggerlo.

E’ la prima volta che non riesco a definire chiaramente cosa provo per un determinato libro,  sono sempre così certa, come il sole di giorno e la luna di notte.

Charillyon mi ha ricordato che la vita è piena di insidie ma, che se vogliamo e ci impegniamo, anche sbagliando, possiamo provare a trovare la felicità, convivendo con il mostro del dolore.
C’è solo una piccola critica, ad un certo punto la voce narrante cambia e non è segnalato, creando un certo fastidio e confusione…
Dopotutto mi sento di consigliarlo vivamente, questo libro si discosta dall’etichetta.
Poi sappiatemi dire!

Autore:

Anno '74, secondo il "personology" è l'anno dell'avventura fantasmagorica. Sono una lettrice accanita, special modo da quando posseggo il Kindle, sono anche una frequentatrice assidua dell'immenso bar di Internet. Sono pigra a ciabattara ma fortunatamente longilinea (anzi, vorrei ingrassare), non ho figli ma ho un fidanzato bambino ed un coniglio puffoso per peluche (che ovviamente tratto nel massimo rispetto) Amo fare shopping, ma solo nelle librerie, adoro andare a mangiare fuori. Amo il caldo anche se da quando vivo qui in Sicilia sta diventando troppo.. caldo e che altro dire? Scopritemi attraverso le mie recensioni, no?

5 pensieri riguardo “Una promessa effimera.

  1. Grazie mille per la recensione *3* comunque non ero in vacanza xD ero a Ravenna, in uno dei pochi giorni in cui ero libera dal lavoro. A Ravenna si festeggia Sant’Apollinare e per l’occasione avevano indetto uno spettacolo molto particolare (ti linko il book trailer, lo spettacolo è all’inizio: https://www.facebook.com/violetnightfallautrice/videos/vb.755978901089603/949486428405515/?type=2&theater) è da lì che tutto è partito. Non la storia, ma l’ambientazione! Poi ci ho ricamato sopra. Comunque.. *_* grazie mille per la recensione, non la trovo così anomala.. anche a me Charillyon ha lasciato l’amaro in bocca. Ho atteso molto prima di pubblicarlo perché ero indecisa.. c’era troppa sofferenza e temevo trasparisse solo quella, non la rivalsa di Armònia, la sua forza, etc… l’ho fatto leggere ad altre persone le quali mi hanno invece confermato che la forza della mia principessa si sentiva, eccome! Sì, anche la tristezza, la follia che inizialmente le obnubila la mente ma anche la determinazione!
    Un bacio!!

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  2. Che libro strano.. Mi ricorda un po’ quello che ho provato con quella specie di Alice nel Paese delle Meraviglie.. Quando lo spunto,di solito classico,con lo svolgimento che andrebbe praticamente da solo,viene usato per rovesciare la solita logica.. Capisco la sensazione di non sapere cosa si prova per il libro,in quel caso e’ successo anche a me! 🙂

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