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ultime righe della puntata precedente: Fece una pausa asciugandosi gli occhi con un fazzoletto color lillà, lei stessa profumava di quell’essenza, si capiva che era il suo profumo preferito, Florya ebbe un impulso di tenerezza verso quella femmina di Eretto e qualcosa dentro di lei cozzò contro qualcos’altro.
17 – Quanto tempo?
Cercò di allungare una mano verso la donna, voleva dirle che non doveva piangere, che non doveva più preoccuparsi per lei, che era forte, una Guerriera, ma le cinghie erano troppo corte, tuttavia la donna riuscì a notare il gesto e, rincuorata, con entrambe le mani afferrò delicatamente quella manina smunta e magra. Quel gesto sembrò restituire la voce e il coraggio alla donna che in un impeto riprese a parlare:
«Da quando ti ho portata in ospedale ho capito di aver commesso un errore madornale.»
Continuò a raccontare.
«Vedi… Io sono pagana e…»
Bisbigliò in un sussurro.
«Ho pregato e donato offerte alla Dea Madre da quando ero ragazzina…»
Il labbro le tremò leggermente, ma sapeva che poteva dire tutto a quella ragazza.
«Quando sei arrivata e ti ho trovata sapevo che eri un dono. Ma in quel momento ho avuto paura. Non sapevo cosa dire a mio marito. La Dea sa quanto ci ho provato. Ma lui ha deciso di portarti in ospedale e a quel punto…»
Strinse la mano alla ragazza.
«A quel punto non ho potuto fare altro che venirti a trovare, ogni volta che ho potuto.»
La donna si appoggiò allo schienale esausta, come se avesse percorso chilometri.
«Ma tu eri sempre delirante, come ti ho trovata nel bosco, lo eri anche qui. A volte eri anche .. violenta.. e mi facevano andare via. Ho pensato tante volte a che altro potevo fare di div…»
La voce di Florya la interruppe:
«Da quanto tempo? Da quanto sono qui dentro?»
Cercava di essere decisa ma la voce s’incrinò. Gina Testi cercò il perdono nei suoi occhi, ma vide solo ombre oscure che vorticavano insieme alla penombra della stanza.
«Un anno e quasi quattro mesi»
Il cuore di Florya smise di battere per un lungo momento e la sua parte razionale le riportò con feroce precisione i particolari del suo Gufo, che adesso emergevano prorompenti nella sua visione mentale e vide con precisione il suo corpo ridotto al lumicino, il suo ovale scarno, una cicatrice sul petto e le sue piume, un tempo candide, ora grige e arruffate.
Lo aveva mandato via quando avrebbe dovuto accoglierlo nel suo cuore. Dentro di lei emerse quel dolore lancinante insopportabile e capì di dover far qualcosa, di dover impedirlo e mentre lottava contro sé stessa per non squarciarsi dal dolore con l’ultima flebile forza, pregò Gina di andare con la scusa che era stanca, invitandola però a ritornare, chiamò l’infermiere in un urlo strozzato dalle lacrime. La donna si alzò di scatto, cercò imbarazzata lo sguardo della ragazza, ma nella penombra poté vedere solo il riflesso rosso dei suoi capelli.
click e poi ancora click.
18-Il muto grido del dolore.
A quel punto seppe che la scorta delle sue lacrime era ancora florida e nonostante le cinghie la obbligassero in una certa posizione, riuscì a ficcare la faccia sul cuscino, premendola più che poté.
Gridò.
Cercando di farlo il più silenziosamente possibile e gridò ancora. Sentì le unghie trafiggerle i palmi delle mani e desiderò liberarsi solamente per trafiggersi il cuore e finirla così, per sempre con quella tortura, dimenticando tutto, soprattutto lui.
E così capì, per certo, quali atrocità avrebbe dovuto commettere in nome del suo amore e mentre il sangue macchiava di rosso le lenzuola lei si addormentò forzatamente, sognando di distruggere le sbarre di quella maledetta finestra con la sua forza di Fata e fare suo quel Gufo Bianco, che le apparteneva di diritto, e non lasciarlo mai, mai più.
[prossimo appuntamento mercoledì con capitolo 19: ‘Cure e riparo’]
No… mi fai attendere fino a mercoledì! Sono bellissimi questi due capitoli, così ben descritti, realistici, emozionanti…non vedo l’ora di leggere il seguito 😀
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Lol. sai che li ho tagliati apposta per creare suspense? Grazie per la lettura!!
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Ahahah 😉 vero. Crea una tensione meravigliosa.
A presto! ^^
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Ciao cara, devo rimettermi con un sacco di cose, le ferie mi hanno lasciata troppo indietro con tutto. E devo anche scrivere, il tempo sembra non bastare mai per nulla, vorrei poter scegliere di non dormire.
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Per me l’importante è che tu scriva!
Se avrai un po’ di tempo sarò felice di sapere cosa ne pensi del raccontino sin’ora, se può facilitare te e tutte le persone con poco tempo, ho creato questo post dove il raccontino è tutto di seguito….
Spero almeno che ti piaccia, essendo proprio fuori dal tuo genere!
https://solo1altrariga.wordpress.com/sipario-di-scrittura/la-leggenda-delle-anime-racconto-a-puntate-per-blog/la-leggenda-delle-anime-tutta-la-storia-sino-ad-ora/
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Grazie per il link, almeno appena ho un secondo guardo da lì!
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Cara Sonia, mi manca il fiato… Questi ultimi attimi di struggente rabbia, impotenza, mischiata al desiderio di non arrendersi di rivolere ciò che le appartiene… Aiuto, ho il cuore a mille.
Più che un racconto, una poesia ❤️
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wow, davvero… wow!
Scrivere questo racconto è stato un parto lungo un mese, ma sono contenta che susciti emozioni!
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Io non so, ma il pezzo di Giulia e Fior emi ha quasi fatto credere che la donna l’avesse trovata bambina e tenuta come figlia sua…e invece è successo solo qualche settimana prima.
Che peccato, speravo in un rapporto madre – figlia tra loro, ci starebbe davvero benissimo.
Chissà magari si scoprirà più avanti perchè è stata proprio Giulia a trovarla.
Il secondo capitolo è emozione e disperazione pura, non saprei che altro dirti!
Se non SCRIVILI PIU’ LUNGHI MANNAGGIA A TE!
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Ribadisco: Giulia non esiste 🙂
Sì, i capitoli sono venuti corti, quando li ho ideati in word pensavo rendessero di più su WP, invece …. ma non mi andava più di rivedere il tutto, dal momento che avevo cercato tante immaginette ^___^
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Ma pensa te che roba strana. Cioè di solito a me capita il contrario, che scrivo un botto e poi su Word rimangono microscopici. Beh se su Word sono decenti non preoccuparti, vale quello come riferimento.
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